Post

Visualizzazione dei post da 2010

Quella volta che...

Immagine
A bordo del camper di Elidio, ripenso a com'è iniziata questa avventura. E' stato sufficiente vedere una foto della cresta dei Lyskam in una rivista per volerla percorrere. E’ cominciata così la consueta ricerca di informazioni. Questa, per me, è una parte fondamentale della gita: il riconoscere i posti e i punti particolari, letti e riletti, contribuisce a rendere più vera la gita stessa. Eccoci dunque alla volta di Gressoney la Trinitè , con il camper di Elidio, appunto. In questo modo siamo potuti partire il venerdì sera e fermarci per strada, interrompendo la botta di km che ci separavano dal punto di partenza. Parcheggiamo a pochi passi dalla funivia che ci darà una mano per i primi mille metri. E’ una bella giornata di fine luglio e cominciamo l’ascesa al rifugio Quintino Sella (3.585) in braghe corte. Nelle tre ore necessarie a raggiungere l’obbiettivo, arranchiamo sotto zaini dai quali sporgono corde, scarponi e piccozze. Il rifugio, punto di partenza anche per la sa...

Quella volta che...

Immagine
Che dire. Seconda puntata. Buona lettura! -------------------------- Come ogni alpinista che si rispetti, anch’io volevo salire il Monte Bianco. Così, radunato il solito gruppo di facinorosi, programmiamo alcune gite di preparazione per poter coronare la stagione con la prestigiosa salita. Partiamo alla volta di Chamonix in cinque. Le previsioni meteo danno tre giorni di bello, quindi possiamo fare la gita con calma. Si è deciso di salire la via normale francese perché stimata come la più fattibile, perciò: partenza da Chamonix, trenino fino al nido dell’aquila, salita al rifugio de Tête Rousse (3.167), pernottamento, salita in vetta (4.810), pernottamento al rifugio Goûter (3.817), discesa e ritorno a casa. Arrivati a Chamonix, è d’obbligo un giro alla casa delle guide per dare un’occhiata al meteo. "Merda", oggi e domani bello e poi perturbazione. Decidiamo così di anticipare i tempi e ci fiondiamo sul trenino per poter arrivare a sera al rifugio più...

Quella volta che...

Immagine
Con una mossa insolita, ma sicuro di fare cosa gradita, apro Geodisney ad un ospite. E pubblico un suo post. Con un certo orgoglio, peraltro. Buona lettura.   --------------------------------------   Non so se sia l’approccio giusto, ma le cose che potremmo avere in comune sono ancora sconosciute e quindi vorrei cominciare a scrivere qualcosa sul vostro blog raccontando qualche aneddoto/avventura che mi è capitata in montagna. Questo è un argomento che spero possa suscitare qualche interesse. Deciso che si poteva tentare la salita del Canalone Neri alla cima Tosa nel gruppo del Brenta, ho cominciato a circuire il povero Bernie, al secolo Carlo Basso (Bernie in quanto fidanzato con Bianca), decantandogli l’assoluta bellezza dell’itinerario e l’imperitura gloria che ci avrebbe donato l’impresa, omettendo che le volte che avevo visto il canalone d’estate era di un brillante verde bottiglia. Dopo un accurato studio di cartine, relazioni e informazioni raccolte ...

Volvo City Safety: serve?

Buongiorno a tutti, torna a grande richiesta (...) la rubrica Tecnica Automobilistica. Questa volta vi parlo dell'ultimo ritrovato per la sicurezza. E in fatto di sicurezza Volvo ha sempre fatto la parte del leone! Da pochi mesi ha infatti introdotto un nuovo sistema denominato "City Safety". Si tratta di un sistema in grado di prevenire impatti a bassa velocità (sotto i 30 km/h) tipici della guida in città, quando ci si trova in coda, ad esempio. Il sistema è di per sè abbastanza semplice: un emettitore ricevitore laser è posizionato nella zona dello specchietto retrovisore del parabrezza e tramite la riflessione del laser su oggetti riflettenti è in grado di calcolare la distanza dell'auto dall'oggetto in questione (automobile, guardrail, ostacolo generico). Non è tuttavia in grado di funzionare con "oggetti" particolari come pedoni e animali. Il range di funzionamento è di 6-8 metri; se un oggetto si trova in traiettoria e il conducente non se ne acco...

la parola condizione

Immagine
  Ho un'inquietudine distruttiva che oggi mi tormenta, ma magari è solo invidia verso il forte vento di fuori, che se ne corre dove vuole. Per la strada volano foglie e rami. Forse qualche segnale stradale, mal bilanciato, è caduto di lato con un suono rimbombante. D'impulso vorrei gettare il computer dalla finestra - guardarlo o no precipitare - non importa. Infilare il cappotto e mettere i guanti: mi vedo camminare fuori, con il bavero alzato. E vado dritto. Sempre dritto. Le foglie che vedevo svolazzare dalla grande finestra del secondo piano, ora mi seguono come piccoli cuccioli addomesticati. Mi superano per poi fermarsi ad aspettare. Io ho la bocca completamente infilata nel colletto ed il naso scoperto per metà. Gli occhi socchiusi dalla polvere, mentre l'animo percepisce odore di fumo, come libertà che brucia. Infilo le mani in tasca per scaldare le dita, ma il cuore è già caldo. Chiudo gli occhi e li riapro. Lo faccio di nuovo. Stavolta, però, il com...

l'importanza di chiamarsi Joseph

Immagine
Ieri sera, mentre tornavo dal lavoro, pedalando verso casa, mi è venuta un'idea assolutamente ottima per un nuovo post. Poi però me la son dimenticata. Cazzo. Comunque volevo dire che secondo me le convenzioni sociali sono sopravvalutate. Perché ad esempio non dovrebbe sembrarmi normale fermare la bici per chiacchierare dieci minuti con il tizio che sta sempre seduto davanti al McDonalds in Hugenottenplatz la mattina alle nove?  Quello con il mini sgabello da campeggio, la barba come Massimo Cacciari, il berretto da montagna in mano e un piccolo cane col gilet di piumino. A parte il fatto che probabilmente parla solo tedesco, intendo. All'apparenza sembra una personalità interessante. Me lo immagino che fa il malgaro vicino a Lindau, dieci anni fa, e che si chiama Joseph o Karl-Heinz. Produce formaggio mediocre, parla poco e solo con le bestie e bestemmia quando le mucche scappano troppo lontano. Ha pochissime spese, dei soldi sotto il materasso, tre libri in ...

dunk!

Immagine
Mi ricordo in particolare di una partita contro Garcia Moreno, la squadra di Arzignano. Doveva trattarsi di coppa Veneto, perché a quei tempi il Garcia Moreno (che nome insulso!) militava in C2 e noi, al massimo, in serie D. E c'era questo giocatore rosso e particolarmente fastidioso. Fisicamente mi surclassava ed era pure di quelli che continuano a parlare a vanvera durante tutta la partita. Fastidioso comunque oltre a questo, intendo. Mi ricordo che stavo giocando - cosa non rara - una partita mediocremente di merda, ma che, ad un certo punto, durante un'azione difensiva concitata, ho rubato la palla al rosso e sono andato in contropiede, da solo. E mi ricordo chiaramente che in quel momento dalla panchina, un mio compagno di squadra - che chiamerò simpaticamente 'ilgrandezen' - ha urlato il mio nome. Il tutto succedeva mentre stavo correndo verso il canestro con il rosso ansante che mi seguiva fastidioso. Il tutto molto rapido. E poi 'ilgrandezen...

ottobre

Immagine
Le nove e mezza di mattina, allo stop dell'autobus che ferma alla Technische Fakultät, sono grigie. Il grigiore è nebbia e piccole gocce di rugiada grigia si appiccicano ai vestiti. A velocità piuttosto ridotta, sto per arrivare al parcheggio delle bici. Automobilisti nervosi mi sorpassano forzando una seconda sul motore della BMW che gira basso e c'è un adesivo attaccato al palo di sostegno della tettoia. Dice qualcosa come: "Christus ja, Kirche nein" e c'è un numero di telefono. Alcuni dei tedeschi poco mattutini come me bevono tazze enormi di caffé cattivo nelle Bäkerei. A pranzo li aspetta probabilmente della carne di maiale affogata nel grasso di una salsa marrone, enormi piatti di riso bollito con verdure tagliate da qualche boscaiolo della foresta nera o panini di pane bianco. Il contenuto dei panini si perde dentro un oceano di maionese. Io l'immancabile fetta di cetriolo la tolgo sempre, perchè mio padre dice che mangiare cetrioli incatt...

Ice Pie - sottotitolo: bei tempi

Immagine
  Charlie Stowe waited until he heard his mother snore before he got out of bed. Even then he moved with caution and tiptoed to the window. The front of the house was irregular, so that it was possible to see a light burning in his mother's room. But now all the windows were dark. A searchlight passed across the sky, lighting the banks of cloud and probing the dark deep spaces between, seeking enemy airships. The wind blew from the sea, and Charlie Stowe could hear behind his mother's snores the beating of the waves. A draught through the cracks in the window-frame stirred his nightshirt. Gasparini was frightened. (Ad onor di cronaca l'originale è un racconto di Graham Greene )

per i viaggiatori

Immagine
Non un marinaio e nemmeno un aviatore, ma un viaggiatore. Il mezzo non conta, conta la destinazione, qualcuno dice. Conta la voglia di esplorare, la voglia di vedere. Quello slancio continuo che altro non è che vivere inquieto. Rivo strozzato. Fiume alla ricerca di una foce. Invece, il viaggio è tutto ed il mezzo è molto più viaggio della meta. Il fiume che arriva, già non è più fiume, ma mare. Allora, in questo sentire, il viaggio diventa la ricerca dell'annullamento di sé stessi. Una pace che può essere raggiunta solo attraverso qualcosa che non abbiamo, perchè noi stessi siamo l'irrequietezza che ci tormenta. Forse, invece, il viaggio è iniziato molto prima. All'origine della voglia di iniziare un viaggio, c'è sempre un viaggio già concluso. Un ritorno che necessita di una nuova partenza. La stabilità, nel bene, è chimera. Uccidersi vuol dire non possedere più un ritorno, non essere mai più lontani da casa. Non apprezzare il proprio punto di partenza. ...

rondini a settembre

Immagine
Tutte le volte che ricevo una cartolina, la infilo in un libro. Di solito in quello che sto leggendo. O in uno che associo al mittente della cartolina. Lo faccio anche con biglietti del treno particolari. Con qualche boarding pass. Con i biglietti d'auguri. Sempre che le dimensioni siano compatibili. Per me è un po' come perdere volontariamente un oggetto che ha una certa memoria. Solo per poterlo poi ritrovare in seguito. Un ricordo ritrovato crea sentimenti unici. E così facendo è un po' come se mi regalassi dei ricordi a distanza. Una specie di macchina del tempo. Spedisco cartoline dal passato, al mio io futuro. Per farlo sorridere. Ovviamente, molti di questi pezzi di carta rimarranno per sempre custoditi nei libri a cui sono stati assegnati. Ma, d'altra parte, nemmeno la posta normale funziona sempre come dovrebbe.

scrivere_laparolatrincea

Immagine
Levigato come il pezzo di terra di nessuno, tra il mare e la spiaggia. Come del mare che vuol riprendersi la terra. Piano. Insistente. Un attacco per sfinimento nell'assordante rumore dell'eterna battaglia. A cavallo di una linea immobile per tutti: un logorío. Se poi un giorno dovesse finire, avrà vinto colui che pur avendo costantemente pensato di abbandonare non l'abbia mai fatto. ( ... )

Chinese Riss: The Memoirs

Immagine
Sottotitolo: short lateral streams of consciousness during the fortnight-long Beijing experience . Il Terminal 2 alle dieci di sera è deserto. In programma ci sono solo un paio di voli, entrambi tra qualche ora. Uno per Mosca, uno per Bruxelles. Cammino per gli ampi spazi tra i banchi abbandonati. La pressoché totale assenza di persone, unita al sottofondo di aria condizionata e di un cicaleccio lontano, mi fa pensare di essere in un film americano di serie B degli anni '80. Là fuori esisterà ancora qualcuno? Il mio telefono dice che il segnale di China Mobile arriva forte e chiaro, quindi mi rassicuro e aspetto. ----- - Which airport? One, two or three? - èr! , dico perentorio. In taxi con me c'è un ragazzo sloveno, anche lui studente alla Summer School. Non l'ho mai visto, e non ho voglia di vederlo ora, quindi guardo fuori dal finestrino. Non so come, ma sento un raro magone. Pechino diventa pian piano periferia e autostrada, mentre l'autoradio trasmette i programmi ...

scrivere_discrivere

Immagine
Ogni secondo, in un luogo preciso, accadono circa dodicimila cose. Mentre passo in bicicletta davanti ad un brutto edificio giallognolo, una coppia litiga al quarto piano. Il ragazzo che abita nella soffitta-falso-loft, ancora dorme, fresco di ubiracatura. Due uomini parlano d'affari. Uno pensa alla moglie che ha confessato di non amarlo più come un tempo. L'altro pensa a quello che mangerà per pranzo. Qualcuno aspetta un pacco postale. Il postino è di pochi attimi davanti a me. Qualcun'altro sta bevendo un caffé caldo, tiepidamente assonnato. Io pedalo e penso di scrivere. All'altro lato della strada, una bambina frena la bici e suona il campanello rosa. La madre è attenta. Una coppia, dopo la pace, sta forse facendo l'amore. Il ragazzo giallognolo del loft, la sera prima, era con la coppia che ora si rigira nel letto. L'uomo che vuole pranzare è forse il padre della bambina felice. Il caffé sarà freddo prima di essere finito e, nei prossimi minuti...

scrivere_bruttepoesie

Immagine
Se la tempesta, ora, spazzasse via tutto. Alberi, case, me stesso. Animali in strada, panchine e me stesso. Se il cielo fosse così nero da essere asfalto. Ruote di luce come veloci automobili notturne e automobili risucchiate dalla luce, nel buio. Se la violenza fosse elettricità. Il vento un esercito di barbari lanciati in battaglia. Se poi venisse la pace. Che pace sarebbe?

scrivere_dellecosechesuccedono

Immagine
The existing list delle cose già dette (e già fatte) è un foglio di carta che tengo nella mia piccola agenda nera. ... Un uomo piangeva, in un caldo giorno di luglio, con le mani strette e rosse sulla balaustra metallica del piccolo ponte. Quasi comicamente teso sul piccolo rigagnolo sporco. Gli uccelli degli alberi vicini, di tanto in tanto, cantavano. Tacevano, di tanto in tanto. L'uomo piangeva lacrime false di colpe commesse. Il sole le seccava sull'asfalto nero e, ancora, era di luglio. Le persone camminavano come camminano ogni giorno. Diritte. In strade diritte di pensieri semplici, ignorando invisibili variazioni. L'ombra delle fronde, mosse di tanto in tanto dal debole vento, inghiottiva l'uomo piangente, ignorato dalla folla in cammino. Una giovane donna, poco lontano, rise di una risata forte ed un poco sguaiata. Il cane di una vecchia signora, con le orecchie grandi e la grandezza di topo, annusò il culo del cane vicino. Grosso pa...

scrivere_damore

Immagine
La sera del poeta è la sera di tutti. Quando il sole basso ha colori di sogno e le nuvole sono le linee disegnate dalla mano di un artista che riconosco. La sera del poeta è sera di silenzio dolce. Di un'anima che si riposa in se stessa. Il vento leggero porta una pace impossibile e le scie dei voli internazionali lasciano scritte illeggibili. Nelle campagne, i piccoli passi di corsa sui pavimenti di legno rieccheggiano in un'eco gaia di amate case vuote. La sera del poeta è la sera del colore del grano. Un bicchiere di vino rosso, mezzo pieno, è posato sul tavolo della cucina. Nella sera del poeta, io aspetto te sola. Attendo seduto sulla mia brutta sedia comoda, e guardo il mondo cambiare nel suo tempo di pace. In un piccolo sorso di vino rosso, aspetto te, ma è come se tu fossi già seduta sulle mie ginocchia e, sorridendomi gentile, mi ripetessi ancora una volta quanto ti piace la sera, in quel momento perfetto di sentimenti vaghi.

scrivere_quattro

Immagine
(Le mani del mio capo sono lisce. Senza calli. Senza cicatrici. Unghie piccole e regolari. Il mio capo ha quasi sessant'anni e io non ho mai stretto una mano così. Sembra di cera. Mi fa impressione.) Ogni volta che appoggio le dita sulla tastiera, mi assale la difficoltà dello scrivere. Le idee che so di avere si nascondono, vergognandosi. Piccole. Ho gli occhi socchiusi e mi godo il rumore dei tasti. Del click leggermente più forte, alla fine di ogni parola. Punto, a capo. Non ci vedo più. Non sono mai riuscito a vedere. Spesso mi sento vecchio e non ne ho motivo. Ci vuole un motivo per scrivere e io credo di non averlo. Per questo tutto diventa difficile. Scrivo per me stesso e per rileggermi. Scrivo perché non riesco a vedermi. Non riesco a guardarmi. Se solo qualcosa volesse uscire senza motivo, un giorno, allora saprei che ci sono. Potrei persino vedere un piccolo pezzettino di paesaggio. Sarebbe facile se potessimo guardarci negli occhi, senza mentire ad...

scrivere_pulp

Immagine
Aveva appena cominciato a pisciare, in quel limbo di non-pensiero che, sempre, accompagna il momento. La porta del bagno accanto si chiuse di scatto, dietro ad un uomo entrato di corsa. Scorreggia tuonante in Si bemolle da due secondi e mezzo. Conclusione a trittico ritmato discendente. Puzza istantanea, di almeno due ottave piu alta. I bagni dei luoghi di lavoro come luogo di recupero di un galateo naturale ormai perduto. Il cibo indiano, alla fine letterale, é sempre quello che puzza di più. Quantomeno riferito agli standard occidentali. In Europa, i tedeschi regnano sovrani.

scrivere_3

Immagine
Muore nel sonno calmo la bestia che abita nello zoo. Muore sazia, lasciandosi alle spalle un mondo piccolo, con un sorriso ebete. L'uomo che pulisce lo zoo, quando la trova, ha un cuore triste. Ma triste per se stesso. Si piange sempre per chi rimane, quando un buon amico se ne va. L'urlo a cui offriva piccole speranze quotidiane non esiste più, nemmeno in potenza. Nemmeno la grossa bestia ce l'ha fatta. Inesistente dignità nel non poter morire di fame. O di crepacuore. Al tempo in cui l'uomo era stato assunto, la bestia si trovava già al suo posto. Forse aveva dei ricordi, la bestia. Forse li aveva l'uomo. Si dice che gli animali, almeno certi animali, non abbiano memoria a breve termine. Ricordano solo fatti remoti. Sensazioni profondamente registrate. Imprinting. Un dimenticarsi giorno per giorno di essere in carcere. E di avere la pancia piena. L'uomo che spazza per terra pensa solo a se stesso, guardando la bestia, ora eternamente...

scrivere_2

Immagine
Nel medioevo, i contadini del piccolo villaggio tedesco potevano vedere il castello del feudatario dovunque si trovassero. Il castello elevato sul colle, a sovrastare. Il castello così vicino, anche. La notte, illuminato di fuoco. Nel loro dovunque, per tutta la vita, tra il mercato e i campi. Con la schiena curva e il volto sudato sotto il sole del mezzogiorno o nella sera fresca tra l'incomprensibile odore di urina, la vita entra un momento, attraverso un pensiero veloce.  Un pensiero così è sempre di paura. Lo sguardo scatta in alto, di riflesso, come un orologio già antico da sempre. In fondo vogliamo solo sentirci al sicuro. Non importa poi se il mondo non ci appartiene. Siamo sempre e comunque poveri piccoli contadini del feudo. (Gößweinstein, Fränkischen Schweiz)

scrivere_1

Immagine
Il sentire dimenticato non ha valore: è canzone cantilenata in due frasi del ritornello, che, solo, suonano bene. E poi, cosa?  Una prigionia senza processo e senza sentenza; con l'unica preoccupazione della regolarità dei pasti.  E si muore in silenzio, passato da poco il mezzogiorno, in "un forte rumore di niente". Muore piano l'uomo che non ha sentire. Più piano ancora, quello che non ha memoria. E pago il pane dieci centesimi il pezzo, al supermercato. A volte mi siedo sul pavimento di casa, per riprendere la prospettiva.

it matters not how strait the gate

Immagine
Out of the night that covers me, Black as the Pit from pole to pole, I thank whatever gods may be For my unconquerable soul. In the fell clutch of circumstance I have not winced nor cried aloud. Under the bludgeonings of chance My head is bloody, but unbowed. Beyond this place of wrath and tears Looms but the Horror of the shade, And yet the menace of the years Finds, and shall find, me unafraid. It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll. I am the master of my fate: I am the captain of my soul. (Invictus - William Ernest Henley - 1875)

the one on the left

There once was a musical troupe A pickin' singin' folk group They sang the mountain ballads And the folk songs of our land They were long on musical ability Folks thought they would go far But political incompatibility led to their downfall Well, the one on the right was on the left And the one in the middle was on the right And the one on the left was in the middle And the guy in the rear was a Methodist This musical aggregation toured the entire nation Singing the traditional ballads And the folk songs of our land They performed with great virtuosity And soon they were the rage But political animosity prevailed upon the stage Well, the one on the right was on the left And the one in the middle was on the right And the one on the left was in the middle And the guy in the rear burned his driver's license Well the curtain had ascended A hush fell on the crowd As thousands there were gathered to hear The folk songs of our land But they too...

il tempo è denaro sì, ma il denaro non è mica tempo

ciao edoardo, e grazie

Immagine
"  questo è il gatto con gli stivali, questa è la pace di Barcellona fra Carlo V e Clemente VII, è la locomotiva, è il pesco fiorito, è il cavalluccio marino: ma se volti pagina, Alessandro, ci vedi il denaro: questi sono i satelliti di Giove, questa è l'autostrada del Sole, è la lavagna quadrettata, è il primo volume dei Poetae Latini Aevi Carolini, sono le scarpe, sono le bugie, è la scuola di Atene, è il burro, è una cartolina che mi è arrivata oggi dalla Finlandia, è il muscolo massetere, è il parto: ma se volti foglio, Alessandro, ci vedi il denaro: e questo è il denaro, e questi sono i generali con le loro mitragliatrici, e sono i cimiteri con le loro tombe, e sono le casse di risparmio con le loro cassette di sicurezza, e sono i libri di storia con le loro storie: ma se volti il foglio, Alessandro, non ci vedi niente. " (Edoardo Sanguineti - Purgatorio de l'inferno, 10)

poesia strana

Immagine
Stai attento, Matteo, perché di sbagli se ne fanno molti e di continuo. Ma è pur sempre semplice come cadere e farsi male. D'altra parte, anche tu non volevi più ritornare sulle piste da sci, dopo tutto quel dolore di bambino che urla. La cosa è piuttosto confusa, lo ammetto, e la luce è più uno sporadico bagliore che una sorta di chiarezza, Matteo. Però, quando è chiaro, le poche volte che chiaro è, si vede quanto sia brutto il cinismo e quanto pigra sia la rassegnazione. Non che io sia per la soluzione piu' complicata. No, anzi. La mia montagna non si sposta di un millimetro. E' il luogo dove vorrei essere che si muove con me con costanza più che quotidiana. Che ironia, Matteo. Ma che brutto, se non ci fosse! E poi anche se piove di continuo, la pioggia non mi piace di meno. Le gocce che cadono in un caos cosi ben ordinato, io penso, le guardiamo come si guardano le persone. La pioggia come pioggia è quella gente dove tutti sono piccoli e uguali. Lo vedi...

Tecnica Automobilistica: l'ESP

Salve a tutti, prendo spunto da un video che ho visto oggi per spiegarvi il funzionamento dell'ESP: Electronic Stability Programme, cioè il controllo elettronico della stabilità. Il video mette a confronto con il test dell'alce due automobili molto simili. Partiamo col video: Come si vede le due auto testate, praticamente uguali perchè derivate dallo stesso telaio, hanno un comportamento ben diverso a seconda che sia presente o meno l'ESP. La Qubo ha l'ESP mentre l'altra no, ovviamente. Beh, come funziona? Partiamo col dire che una sbandata non è altro che una rotazione, non voluta o non desiderata, dell'auto attorno ad un punto. L'auto finisce così per mettersi in posizione trasversale rispetto al senso di marcia, le ruote si impuntano sull'asfalto, fanno leva e plof! si ribalta tutto. Sostanzialmente quando si verifica la sbandata c'è un momento angolare che fa ruotare l'auto attorno al famoso punto e l'ESP non fa altro che creare un momen...

Le meraviglie del porno 2.0

Immagine
Quanto è bella la tecnologia, ora puoi fare una foto con il tuo Iphone che provvederà a GeoTaggarla con le coordinate di dove è stata scattata così quando andrai a rivederle, grazie anche a Google Street View, potrai ricordare momenti indimenticabili. Tosi, no go paroe! 1) 2) 3)

Jantelagen - the law of Jante

" Seduto sotto un ponte si annusava il re dei topi / sulla strada le sue bambole bruciavano copertoni. Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei topi / sulla strada le sue bambole adescavano i signori ." Mi si dice - alcuni di voi hanno letto quella mail - che in Svezia vige una regola non scritta. Gli svedesi credono che il considerarsi superiori o speciali, meglio degli altri, sia sempre sbagliato. Vestono tutti circa allo stesso modo e, a guardarli ad uno ad uno, non sapresti dire chi é il ricco e chi il povero. Jantelagen : verificherò tra qualche giorno. In Italia, pare si viva completamente all'opposto. Non voglio esprimere nessun giudizio (fottuto comunista mangiabambini). Volevo solo proporre una riflessione e leggere qualche commento. Volevo parlare di Adro e della famosa lettera : chissà che due gonadi ne avete. Ma giusto un secondo, giuro. Solo perché non riesco a smettere di pensare alle mamme che urlano fuori dalla scuola. Ci provo, ma non riesco a c...

Quel brusio quotidiano oltre il quale... Boh!

Io li ho educati, ho rinvigorito le loro braccia, ma essi tramano del male contro di me (Osea 7:15) Questa frase campeggia sul calendarietto "La parola, giorno per giorno"; è uno di quei calendari 8x12 cm in cui stacchi ogni giorno il foglietto. Fa molto elementari, avete presente quelli coi numeri rossi? Scandisce il tempo che passa. Peccato che, fino a stamattina, fosse fermo al 7 Aprile... Di fronte a me il pc fisso word aperto, a sinistra il posacenere con una cicca fumante (non c'è però concedetemi l'immagine evocativa), a destra il portatile fumante anch'esso, simula 5 anni di funzionamento di un impianto di riscaldamento in 36 minuti netti. Vado a farmi un caffè, o meglio, una fika, e poi riprendo l'attività.

Swiss Riss: The Memoirs

- A Gin&Tonic, please. - Sure. - Is this place so crowded every Wednesday? - Yeah, of course. - Cool. Sono a Kleis 5, quartiere post-industriale molto hip di Zurigo. Dietro di me una folla di donne e uomini fino ai 35 anni si dimena sulla pista a ritmo di techno e musica 8-bit. Alcuni limonano avidamente. Lingue sconosciute. È mercoledì sera. ----- - Michele, if you want something to drink just ask Marianna. She's our host tonight. - Ok, thanks a lot. Sono una decina di metri sotto terra, in un club di Davos. Il locale si sviluppa su due piani: giù un ampio salone con pista da ballo, salette e bar, su una balconata che corre tutta attorno al muro, con vista sulla folla danzante. C'è buona musica: il latino-americano serve solo per scaldare un po' la folla. Per fortuna. Qua e là si vede qualche bandiera svizzera. È sabato sera. ----- - Did you have a look at the menu? - Yes, I'll take the sea bream. - Of course. - Thank you. I ristoranti degli alberghi sono mediamen...

oggetti smarriti

Immagine
Ricominciamo a scrivere. Questo il piano. Com'é che si era deciso di iniziare? Mi pare tipo: "grande ritorno di Geodisney, il blog più amato del web". Vento di sottofondo. Balla di fieno che rotola lentamente nella polvere. Musiche di Ennio Morricone. Primo post della nuova era e ho in mente solo piccole bozze sconnesse. Pensieri da ordinare. Rabbia, orgoglio, pregiudizio e Jane Austen. Guardo annozero (fischi). Qui fa freddo quando e come non dovrebbe e c'é un nuvola di cenere non metaforica in arrivo. Ma ieri mi é stata riferita un'idea che mi fa pensare. Sembra banale e pertanto va scritta. Dice che il mondo, la terra e la vita in sé sono entità composte e complicatissime, ma che gli elementi che formano le infinite combinazioni sono sempre pochi e semplici. La sostanza é che, quindi, forse - conciossiacosaché - sto sbagliando in toto. Mi faccio angosciare dove non dovrei, invece di raccogliere quei quattro mattoni che mi servirebbero per capire tutto. Ora no...