scrivere_quattro


(Le mani del mio capo sono lisce. Senza calli. Senza cicatrici. Unghie piccole e regolari.
Il mio capo ha quasi sessant'anni e io non ho mai stretto una mano così. Sembra di cera. Mi fa impressione.)

Ogni volta che appoggio le dita sulla tastiera, mi assale la difficoltà dello scrivere. Le idee che so di avere si nascondono, vergognandosi. Piccole.
Ho gli occhi socchiusi e mi godo il rumore dei tasti. Del click leggermente più forte, alla fine di ogni parola.
Punto, a capo.
Non ci vedo più. Non sono mai riuscito a vedere. Spesso mi sento vecchio e non ne ho motivo. Ci vuole un motivo per scrivere e io credo di non averlo. Per questo tutto diventa difficile. Scrivo per me stesso e per rileggermi. Scrivo perché non riesco a vedermi. Non riesco a guardarmi.

Se solo qualcosa volesse uscire senza motivo, un giorno, allora saprei che ci sono.
Potrei persino vedere un piccolo pezzettino di paesaggio.
Sarebbe facile se potessimo guardarci negli occhi, senza mentire ad uno specchio. Automaticamente.
Quando mi guardo, non mi guardo negli occhi.

A volte mi guardo le mani.
Le vorrei piene di ferite. Bruciate, dure, gelate. Forse allora potrei riuscire a scrivere quello che nella mia mano, semplicemente, leggo.

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