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Visualizzazione dei post da 2011

Era una notte buia e tempestosa.

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Uli cammina dritto per la strada di ciotoli. I suoi pensieri sono già là, alla sua meta, e si sta organizzando. Organizza la sua giornata, senza fare troppa attenzione. Un barbone siede davanti alla libreria, all'angolo della piazza. Con lui ci sono un cane tranquillo e piccolo, un cappello e qualche moneta. Il cane sembra inconsapevole, ma è tranquillo. Pur non uscendo nemmeno per un secondo da quei suoi pensieri dritti, Uli prende il portafogli dalla tasca posteriore, prende tre monete da due euro e le posa nel cappello. Il barbone non guarda Uli, Uli non guarda il brabone. Il cane ruota la testa in senso antiorario, che sembra dire: "Grazie". Uli fa la carità a suo fratello ogni giorno, alla stessa ora. I due non si guardano mai negli occhi. Ogni giorno le decine di passanti che assistono alla scena non si accorgono della somiglianza quasi perfetta, tra due uomini vestiti troppo diversamente. Di solito scelgono inconsapevolmente: guardano o l'uno o l'altro...

Cinque torri

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Quella volta che.. Finora ho sfoggiato le gite più prestigiose, ma a me e ai miei compagni abituali piace frequentare la montagna in tutte le sue forme. Ecco perché, qualche anno fa, ho frequentato un corso di “alpinismo” organizzato dalla locale sede del CAI. Tralascio le noiose lezioni teoriche e racconterò direttamente dell’uscita pratica conclusiva su roccia in Dolomiti. Per l’occasione riesco a farmi prestare un pulmino a 9 posti da un grande alpinista thienese del passato, Gianni Busin. Il pulmino accanto alla marca “Leyland” sfoggiava la scritta “Sherpa”. Quale mezzo poteva essere più adatto? Partiamo, quindi, carichi del necessario per arrampicare, mangiare e dormire per due giorni. Destinazione: 5 Torri di Averau sulla strada del Passo Falzarego a pochi chilometri da Cortina. Le cinque torri sono cinque, appunto, scogli   rocciosi di diversa altezza e dimensione, buttati da qualche capriccioso gigante in un catino ghiaioso al cospetto di montagne blasona...

Prima invernale

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A grande richiesta. -----------------------------------------------  Quella volta che…   Dopo avere frequentato quasi tutte le ferrate delle Dolomiti con il mio amico Gaetano, “il silente”, volevo provare un’uscita invernale sulle nostre montagne. A tal scopo mi accodo ad una gita del CAI che si proponeva di percorrere parte del  sentiero delle 5 Cime sul Pasubio. Questo è un sentiero attrezzato che parte da Bocchetta Campiglia e, restando sul filo di cresta sopra la strada delle Gallerie, arriva al rifugio Papa. In estate è una bella gita panoramica che propone qualche corda d’acciaio e qualche scaletta, in inverno non avevo idea di che cosa avrei trovato. Attrezzato di braghe a zuava di fustagno Fila, ghette rosse e piccozza di 75 cm Camp nuova fiammante, mi presento all’ora stabilita davanti il teatro comunale. Partecipanti: Io: neofita bramoso di imparare i segreti per muoversi con sicurezza in inverno.   Carlo Restiglian, capogita: alpi...

luft?

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Stamattina mi sono fermato in un negozio di bici. Per farmi gonfiare le gomme. Io, con il mio tedesco sempre vincente: "Can you put some air in my tires? I just need you to pump them up, they are not broken." Il commesso: "Luft?" Io: "Ja, genau, nur Luft, bitte." Lui: "Geh' das nächste mal, wenn du deine Reifen aufpumpen möchtest, zu der Tankstelle um die Ecke. Dort ist eine Pumpe." Io: "Ah, va ben.."

la carnagione di un bavarese

Ad Erlangen c'era il sole. Oggi. Come tutti sanno, quando ad Erlangen c'è il sole - e non siamo in agosto - fa un freddo putrido e agnostico (nel senso che richiede una sospensione del giudizio). I meno otto gradi Celsius in bici e con venticello infido, pure coi guanti di lana di stamattina, li ho sentiti bene, anche senza giudizio. "Gnaaomo", direbbe un mio buon amico. "Vaffanculo", risponderei io. Il tutto in grande amicizia. Ci vediamo alla prossima scommessa: "petto nudo sulla neve di notte".

appunti

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Il giovane controllore italiano ha il fiato pesante che puzza di alcool, mentre spero che mi controlli in fretta il biglietto e se ne vada. La famiglia est-europea che siede nel mio scompartimento in posti prenotati - non da loro - sembra simpatica. Il figlio maggiore rivolge alla madre parole incomprensibili, quindi mi fa una domanda in tedesco. Io rispondo in inglese e il suo inglese si rivela poi molto meglio del mio. Diamo un'occhiata alle criptiche indicazioni di prenotazione sulla porta dello scompartimento e decidiamo che possono restare almeno fino a Bolzano. Tanto loro devono scendere a Innsbruck. Forse avrei dovuto parlare un po' di più e magari avremmo finito per fare quattro risate assieme. Ma avevo un libro aperto in mano e credo che, alla fine, sia andata bene a tutti così. A colazione, oggi, ho parlato con un mio buon amico e ho deciso che preferisco le colazioni agli spriz. Bolzano. La vecchia signora tedesca che ora siede al posto del ragazzo di prima ha ...