appunti


Il giovane controllore italiano ha il fiato pesante che puzza di alcool, mentre spero che mi controlli in fretta il biglietto e se ne vada. La famiglia est-europea che siede nel mio scompartimento in posti prenotati - non da loro - sembra simpatica. Il figlio maggiore rivolge alla madre parole incomprensibili, quindi mi fa una domanda in tedesco. Io rispondo in inglese e il suo inglese si rivela poi molto meglio del mio. Diamo un'occhiata alle criptiche indicazioni di prenotazione sulla porta dello scompartimento e decidiamo che possono restare almeno fino a Bolzano. Tanto loro devono scendere a Innsbruck.
Forse avrei dovuto parlare un po' di più e magari avremmo finito per fare quattro risate assieme. Ma avevo un libro aperto in mano e credo che, alla fine, sia andata bene a tutti così.

A colazione, oggi, ho parlato con un mio buon amico e ho deciso che preferisco le colazioni agli spriz.

Bolzano. La vecchia signora tedesca che ora siede al posto del ragazzo di prima ha i piedi che emanano un odore acre di sudore e li stende sul sedile di fianco al mio. Io sono seduto vicino alla porta, aperta sul corridoio e mi accorgo dell'afrore solo a Innsbruck, quando il pacioso e antipatico controllore austriaco, dopo il solito danzante rituale d'autorità, condito di parole inutili, se ne va decidendo che lui, la porta, la vuole chiusa. Non senza imbarazzo, la riapro. Il marito di piedini di fata mi fa un sorriso di approvazione, o almeno credo.
Prima di entrare in Germania il mio nemico in divisa ri-compare e ri-chiude la porta. Tento di fulminarlo con un'occhiata omicida prima che si volti per andarsene e la porta si riapre mentre gli lancio una maledizione alla Alex Drastico. Senza voce, le mie labbra sillabano parole come "emorroidi" e "madre" - entrambe sue - nella stessa frase. Se torna per la terza volta, ho deciso che la porta la chiudo io. Sulle sue nocche.

Erlangen, verso le undici di sera, è sempre la solita. La neve ai lati delle strade sembra vecchia di almeno due giorni e a casa la mia pianta è ancora viva. Possiamo ricominciare.

Commenti

matteo ha detto…
La tua narrazione è così truculenta che mi par effettivamente di sentire l'odore dei piedi della vecchia...

Bleah.
matteo ha detto…
Comunque ammetto che, pur avendo intuito il significato del termime "Afrore", ho dovuto andarlo a cercare sul dizionario :)
davide ha detto…
Mi piace stimolare le vostre giovani menti con sfide grammaticali sempre nuove.
E scrivere queste cagate, anche.

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