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Visualizzazione dei post da ottobre, 2010

Volvo City Safety: serve?

Buongiorno a tutti, torna a grande richiesta (...) la rubrica Tecnica Automobilistica. Questa volta vi parlo dell'ultimo ritrovato per la sicurezza. E in fatto di sicurezza Volvo ha sempre fatto la parte del leone! Da pochi mesi ha infatti introdotto un nuovo sistema denominato "City Safety". Si tratta di un sistema in grado di prevenire impatti a bassa velocità (sotto i 30 km/h) tipici della guida in città, quando ci si trova in coda, ad esempio. Il sistema è di per sè abbastanza semplice: un emettitore ricevitore laser è posizionato nella zona dello specchietto retrovisore del parabrezza e tramite la riflessione del laser su oggetti riflettenti è in grado di calcolare la distanza dell'auto dall'oggetto in questione (automobile, guardrail, ostacolo generico). Non è tuttavia in grado di funzionare con "oggetti" particolari come pedoni e animali. Il range di funzionamento è di 6-8 metri; se un oggetto si trova in traiettoria e il conducente non se ne acco...

la parola condizione

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  Ho un'inquietudine distruttiva che oggi mi tormenta, ma magari è solo invidia verso il forte vento di fuori, che se ne corre dove vuole. Per la strada volano foglie e rami. Forse qualche segnale stradale, mal bilanciato, è caduto di lato con un suono rimbombante. D'impulso vorrei gettare il computer dalla finestra - guardarlo o no precipitare - non importa. Infilare il cappotto e mettere i guanti: mi vedo camminare fuori, con il bavero alzato. E vado dritto. Sempre dritto. Le foglie che vedevo svolazzare dalla grande finestra del secondo piano, ora mi seguono come piccoli cuccioli addomesticati. Mi superano per poi fermarsi ad aspettare. Io ho la bocca completamente infilata nel colletto ed il naso scoperto per metà. Gli occhi socchiusi dalla polvere, mentre l'animo percepisce odore di fumo, come libertà che brucia. Infilo le mani in tasca per scaldare le dita, ma il cuore è già caldo. Chiudo gli occhi e li riapro. Lo faccio di nuovo. Stavolta, però, il com...

l'importanza di chiamarsi Joseph

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Ieri sera, mentre tornavo dal lavoro, pedalando verso casa, mi è venuta un'idea assolutamente ottima per un nuovo post. Poi però me la son dimenticata. Cazzo. Comunque volevo dire che secondo me le convenzioni sociali sono sopravvalutate. Perché ad esempio non dovrebbe sembrarmi normale fermare la bici per chiacchierare dieci minuti con il tizio che sta sempre seduto davanti al McDonalds in Hugenottenplatz la mattina alle nove?  Quello con il mini sgabello da campeggio, la barba come Massimo Cacciari, il berretto da montagna in mano e un piccolo cane col gilet di piumino. A parte il fatto che probabilmente parla solo tedesco, intendo. All'apparenza sembra una personalità interessante. Me lo immagino che fa il malgaro vicino a Lindau, dieci anni fa, e che si chiama Joseph o Karl-Heinz. Produce formaggio mediocre, parla poco e solo con le bestie e bestemmia quando le mucche scappano troppo lontano. Ha pochissime spese, dei soldi sotto il materasso, tre libri in ...

dunk!

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Mi ricordo in particolare di una partita contro Garcia Moreno, la squadra di Arzignano. Doveva trattarsi di coppa Veneto, perché a quei tempi il Garcia Moreno (che nome insulso!) militava in C2 e noi, al massimo, in serie D. E c'era questo giocatore rosso e particolarmente fastidioso. Fisicamente mi surclassava ed era pure di quelli che continuano a parlare a vanvera durante tutta la partita. Fastidioso comunque oltre a questo, intendo. Mi ricordo che stavo giocando - cosa non rara - una partita mediocremente di merda, ma che, ad un certo punto, durante un'azione difensiva concitata, ho rubato la palla al rosso e sono andato in contropiede, da solo. E mi ricordo chiaramente che in quel momento dalla panchina, un mio compagno di squadra - che chiamerò simpaticamente 'ilgrandezen' - ha urlato il mio nome. Il tutto succedeva mentre stavo correndo verso il canestro con il rosso ansante che mi seguiva fastidioso. Il tutto molto rapido. E poi 'ilgrandezen...

ottobre

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Le nove e mezza di mattina, allo stop dell'autobus che ferma alla Technische Fakultät, sono grigie. Il grigiore è nebbia e piccole gocce di rugiada grigia si appiccicano ai vestiti. A velocità piuttosto ridotta, sto per arrivare al parcheggio delle bici. Automobilisti nervosi mi sorpassano forzando una seconda sul motore della BMW che gira basso e c'è un adesivo attaccato al palo di sostegno della tettoia. Dice qualcosa come: "Christus ja, Kirche nein" e c'è un numero di telefono. Alcuni dei tedeschi poco mattutini come me bevono tazze enormi di caffé cattivo nelle Bäkerei. A pranzo li aspetta probabilmente della carne di maiale affogata nel grasso di una salsa marrone, enormi piatti di riso bollito con verdure tagliate da qualche boscaiolo della foresta nera o panini di pane bianco. Il contenuto dei panini si perde dentro un oceano di maionese. Io l'immancabile fetta di cetriolo la tolgo sempre, perchè mio padre dice che mangiare cetrioli incatt...