Flussi

La settimana scorsa ho visto un film bellissimo che si chiama Il Petroliere e racconta la vita di un cercatore di petrolio americano (il cercatore, ma anche il petrolio) vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il bello di andare al cinema da soli è che puoi dire quello che vuoi sul film senza che altri possano ribattere: devo tenerlo presente la prossima volta che vorrò guardare opere struggenti costruite su ragni giganti che invadono New York. Ah, quante uniche emozioni!

Poi ho finito un libro di racconti, ed essendo il secondo libro di racconti di seguito mi è apparsa chiara la ragione per cui i libri di racconti non vendono nulla: sono fottutamente difficili da leggere, i libri di racconti. Ci si mette un'infinità.

Venerdì scorso è uscito il nuovo disco dei Coldplay, che ha un titolo osceno (pare sia preso dall'opera di un'artista messicana. La prossima volta, se vogliamo fare i fighetti, usiamo l'inedita Divina Commedia scritta da uno schiavo negro tardo-settecentesco e non ne parliamo più, ok?), dicevo, ha un titolo osceno ed entrerà nella storia come il disco che ha venduto più eccetera. Non sono i soliti Coldplay, che al quinto disco sarebbero potuti risultare diabetici, e infatti non è semplice da ascoltare. Oltre al primo singolo, Violet Hill, mi aveva colpito la canzone subito prima, Viva la Vida, con archi a profusione (a proposito di archi, sembra che il loro arrangiatore sia lo stesso degli Afterhours). Purtroppo, pare che Viva la Vida sia anche il nuovo singolo attualmente in rotazione, quindi vaffanculo l'ho scoperto prima io.